SUVERETO

Lisini

SUVERETO, FRA STORIA E ARTE, NATURA E MARE

Suvereto è un paese di origine medievale ancora oggi cinto di mura quasi intatte, coronate da otto torrioni.  Si accede al centro urbano attraverso due porte risalenti al XIII secolo, una chiamata, nei diversi tempi, Porta al Piano, Porta a Mare, Porta piombinese, Porta Grande, l’altra Porta di Sassetta e, tutt’oggi, Porticciola. La sua collocazione collinare proprio di fronte all’Isola d’Elba, a dieci minuti dalle spiagge della Costa Etrusca, ne fa un centro ideale per un turismo non di massa ma attento alla quiete, alla gastronomia, al vino eccellente, alle tradizioni, al folclore.


LA ROCCA ALDOBRANDESCA  X- XIII secolo

E’ documentata dal X secolo, ma recenti indagini archeologiche hanno portato alla luce tracce di insediamenti già dal IX secolo. La torre risale intorno al 1100 e nel 1308 vi fu aggiunto il cassero ad opera della Repubblica di Pisa.  Dal 1600 fu abbandonata come struttura difensiva e nel 1800 fu adibita a civile abitazione fino al 1950. E’ stata acquisita dal comune negli anni ’80 ha registrato un primo restauro poi completato recentemente con accesso pedonale dal centro storico. Dal parco della Rocca si ammira uno splendido panorama sulla Val di Cornia fino all’Elba.


CHIESA DI SAN GIUSTO

La Chiesa è intitolata a San Giusto, Vescovo di Volterra. E’ documentata già nel 923 e la struttura attuale risale al 1189. Recenti studi fanno identificare la parrocchiale come cattedrale vescovile nel periodo che intercorre fra la sede originaria di Populonia e quella attuale di Massa Marittima. A pianta a croce latina, in stile romanico, ha un bel portale decorato con motivi floreali, col tralcio di vite (simbolo e testimone dell’ultra secolare tradizione del vino). Sulle colonne laterali poggiano due leoni che ghermiscono busti umani. All’interno si ammira un fonte battesimale ricavato da un unico blocco di pietra, realizzato nel XII secolo, un organo a canne lucchese del 1718. Nel 1313 vi sostarono per due anni le spoglie di Arrigo VII di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, morto improvvisamente a Buonconvento (Siena) prima di essere traslate nel duomo di Pisa nel mausoleo di Tino da Camaino. Oggetto di tutta una recente serie di restauri interni che esaltano l’architettura e la sua storia, con ritrovamenti di affreschi e opere d’arte che traspaiono un grande passato.


PALAZZO COMUNALE

Il Palazzo Comunale è uno dei più significativi e antichi edifici civili medievali della Toscana. La costruzione risale al 1201, anno di concessione della Charta Libertatis alla comunità suveretana da Ildebrandino VIII Aldobrandeschi, conte palatino, per ospitare le magistrature comunali. Ha registrato vari rifacimenti nei secoli e vi si accede attraverso un loggiato (Loggia dei Giudici) da dove si emettevano le sentenze. E’ sormontato dalla torre del campanone che convocava i consigli del tempo.


CHIESA DELLA MADONNA DI SOPRA LA PORTA

Costruita nel 1772 a ricordo di un fatto miracoloso avvenuto pochi anni prima, fu realizzata ampliando un edificio quattrocentesco del quale resta la lunetta posta sopra il portale d’ingresso appena restaurata. All’interno si trova un dipinto con la Madonna e il Bambino sull’altare barocco anch’esso restaurato. La volta è arricchita da affreschi realizzati nel 1858.


CHIESA DI S.MICHELE ARCANGELO
(Museo di Arte Sacra)

Fu costruita dalla Compagnia della Misericordia nel 1881, accanto a S.Giusto sull’area del vecchio Campo Santo (da qui il nome Chiesa della Misericordia ). Il restauro del 1999 ha permesso la realizzazione del Museo di Arte Sacra che custodisce statue lignee trecentesche e ottocentesche, tele cinque-seicentesche e arredi sacri, oltre alla Madonna della Fonte degli Angeli di Andrea Guardi.


CONVENTO E CHIOSTRO DI S.FRANCESCO E CHIESA DEL CROCIFISSO

Il Convento di S.Francesco fu fondato nel 1286 e consacrato da Fra Bartolommeo Vescovo di Grosseto, fra i primi insediamenti francescani in Maremma. Ebbe una certa importanza ma non sopravvisse alle soppressioni del periodo napoleonico. Dove oggi c’è una elegante casa vacanze, si possono apprezzare ancora le strutture della grande chiesa del Convento (la facciata col rosone, il lato destro e la zona absidale con la torre campanaria attuale ingresso del “Ghibellino” sede dell’EVS Pro Loco). La struttura più conservata del convento è il Chiostro dove si tengono manifestazioni culturali e concerti, mentre i più attenti potranno scovare qua e là antichi portali, stemmi ed epigrafi molto significative.


CHIESA DEL SS. CROCIFISSO
Patrono di Suvereto

Nelle adiacenze del Chiostro si trova la sobria Chiesetta del Crocifisso edificata nel XVI secolo dove è custodito un artistico Crocifisso in legno datato 1420 che veniva portato in processione in occasione delle feste patronali triennali di S.Croce. La facciata a capanna è sormontata da un caratteristico campanile a vela.


FONTE DEGLI ANGELI

Posta ai piedi del paese sulla strada per Montioni, la fonte nell’aspetto attuale risale al 1582, ma è di origini antichissime, ed è sempre stato il principale approvvigionamento di acqua per la comunità sull’allora via principale di accesso. Sul frontone centrale si trovano lo stemma dei principi di Piombino, copia della Madonna del Guardi il cui originale si trova nel Museo di Arte Sacra. Anni fa furono trafugati altri due stemmi marmorei del comune di Suvereto.


CHIESA DELL’ANNUNZIATA (sec XI ?)

A 5 chilometri da Suvereto, sulla strada per Sassetta, in una bella vallata di castagni, questa Chiesa in stile romanico merita una segnalazione particolare. Costituisce un raro esempio di copertura a volta in pietra e per il paramento murario intatto con tre bei piccoli portali. Recentemente è stata acquisita dalla Diocesi di Massa e Piombino in vista di un restauro conservativo. La leggenda dice che la Chiesa fu edificata per volere di Matilde di Canossa come novantanovesima e ultima delle 100 che avrebbe dovuto edificare per acquisire dal Papa il diritto di dire messa.


MUSEO DELLA BAMBOLA

Si trova in una antico locale alla “Porticciola”. Ospita una pregevole collezione donata da Maria Micaelli che rappresenta una campionatura dei vari stili e materiali degli ultimi secoli. Di notevole interesse la sezione dedicata alle bambole della casa Lenci.


BELVEDERE

Piccolo suggestivo borgo su un colle che dominano Suvereto e la Val di Cornia fino al mare, l’Elba, Montecristo e la Corsica. Fu costruito nel XVI secolo da Jacopo Appiani signore di Piombino. Oltre ad ospitare forestieri, vi si andava per sfuggire alla malaria e nei mesi caldi. Nella piazzetta la Chiesa di San Tommaso.


SAN LORENZO

E’ l’unica frazione di Suvereto, la più popolosa, dei vari piccoli borghi del comune. E’ ai margini del Parco naturale di Montioni e al centro di una zona agricola molto fiorente. Vi si trovano piccole e grandi cantine con i celebri vini di Suvereto, ma anche l’olio d’oliva, oltre a tanti apprezzati agriturismo di cui si fregia il comune.


PRATA

Un altro piccolo centro rurale che si incontra sulla strada che porta da Suvereto a Sassetta, circondata da boschi di lecci e di sughere, sede da molto di ristoranti e agriturismo in un bello scenario collinare.


FORNI

La sua denominazione dice tutto sul suo passato con una importante attività fusoria legata a quella di Follonica e nella millenaria tradizione metallurgica della Val di Cornia. Chiusa l’attività gli succedette una fornace di laterizi anch’essa dismessa più recentemente.  Lungo la sua strada di accesso ci sono altre prestigiose cantine suveretane e agriturismo.


MONTIONI

E’ una delle tante iniziative di Elisa Buonaparte nel suo breve ma intenso principato a Piombino (1805-1814). Aprì un’allumiera proprio a Montioni, ai confini col comune di Follonica, un villaggio che raggiunse un grande sviluppo con 400 operai  (si parla addirittura di cammelli per il trasporto del minerale fino al mare). Promosse anche la “vite a filare” in agricoltura, oltre ad una fattoria ricchissima di prodotti. Restano del periodo molte testimonianze ed epigrafi come la stele dedicata a Napoleone con scritto in francese “Tutto fu creato dal suo genio”.  Anche a Suvereto  stesso è rimasta la fonte della Boldrona del 1806.