Luigi Giannecchini

LUIGI GIANNECCHINI , UNA VITA PER SUVERETO

Luigi Giannecchini, fondatore e a lungo presidente della nostra associazione “Amici di Suvereto”, era nato a Macerata Feltria (Pesaro) il 6 dicembre 1939, frequentò le scuole medie a Rivoli Torinese e il liceo classico a S. Margherita Ligure. Conseguì la laurea in Giurisprudenza presso l’università di Pisa il 9 novembre 1964 e insegnò in un primo tempo alle medie di Suvereto, poi passando nelle segreterie delle scuole elementari di San Vincenzo e Donoratico.

LA PARROCCHIA – Era un sostenitore dell’ «oratorio», come aggregazione sociale oltre che per la semina religiosa, stimolato da un’altra indimenticabile figura di “suveretano”, don Angelo Biondi. Da questo punto di partenza si vide subito l’impronta di Luigino, come in famiglia lo chiamavano anche da adulto. Profondamente cattolico, non era amante dei “bei discorsi”, quanto dei fatti, della concretezza.

IL CALCIO SUVERETANO – Dopo tanti anni di assenza di una squadra ufficiale di calcio a Suvereto, fu proprio Luigino a far prima apparire un corredo giallo con la scritta “Tiramolla” (vinto ad un concorso sulla rivista “Topolino”), poi allestendo la squadra parrocchiale con i colori bianco e rossi («i veri colori di Suvereto – diceva lo “storico” Luigino – «essendo il biancoverde arrivato successivamente col principato di Piombino»). Nel 1954 la vecchia Unione Sportiva Suvereto si era arresa alle difficoltà economiche ed organizzative, poi ci furono diversi altri tentativi per rimetterla in piedi, ma senza esito. Nel maggio 1964 Giannecchini con la Polisportiva Libertas Suvereto organizza la seconda edizione della “Coppa Iacopo Pazzagli”, con tutti i crismi dell’ufficialità: è questo il ritorno ufficiale del calcio agonistico a Suvereto. A settembre poi scattò il campionato di Lega Giovanile, mentre dalla successiva stagione 1965-‘66 la società assunse la definitiva denominazione di “Società Polisportiva Suvereto” e Luigino era presidente. La successiva vittoria del campionato di terza categoria inaugurò la partecipazione al calcio dilettantistico arrivato fino ad oggi. Ma Giannecchini non dimenticò gli altri sport, coltivando anche l’atletica leggera e le “Olimpiadi” paesane, dopo quelle mitiche di Roma ’60, la palla a volo, la campestre…

LA STORIA, L’ARTE, LA CULTURA – Anche a Suvereto c’era stata in passato una ricca tradizione di “filodrammatiche”, e Giannecchini riuscì per qualche anno a rivitalizzarla con la “Filodrammatica Ars Nova”, poi spettacoli al cinema Garibaldi, la stessa “Corale Donizetti” organizzata presso “le suore” con tanto di maestra fiorentina. Nel 1975, in ambito parrocchiale, una nuova iniziativa culturale col gruppo “Insieme” che stampava artigianalmente un giornaletto, con mostre anche per ragazzi, conferenze con esperti e, tra queste, la prima iniziativa a Suvereto sulla “Charta Libertatis” con Domenico Natale. Ma importante è l’opera di ricerca storica intentata da Luigi Giannecchini cui si deve la rivalutazione e per molti la scoperta di episodi grandi e piccoli legati alla storia di Suvereto. A cominciare dal volume “Suvereto, storia, arte, mito e poesia” scritto insieme a Vinicio Sguazzi, per poi passare ai tanti “Quaderni degli Amici di Suvereto” realizzati artigianalmente e che hanno pian piano diffuso le nostre tradizioni, dalla Charta Libertatis, al Palio, ad Arrigo VII, basti pensare alle stesse giornate medievali che aveva “sognato” e progettato da tempo.

GLI “AMICI DI SUVERETO” – Le feste patronali, con le loro tradizioni secolari, sono sempre state in cima alle attenzioni di Luigino e lo stesso Palio di Santa Croce di maggio fu riproposto inizialmente all’interno delle sagre del cinghiale (1972), tentando di far rinascere uno spirito rionale con i terzieri (Castello, S.Francesco e Borgo). Il ritorno del palio in prima fila, come singola manifestazione, avvenne nel 1984, correndosi a cavallo “dall’alberone alla chiesa” come anticamente si diceva, per passare nel 1994 all’attuale corsa delle botti, con Suvereto campione italiano delle città del vino 2012. Inoltre, con gli Amici di Suvereto nell’1985 ci fu la prima Festa ai Forni e la riapertura della Chiesetta di S.Antonio, poi tornò il “Maggiolino d’Oro” con le canzoni per i più piccini, il tiro con l’arco con tre edizioni della Disfida dei Castelli, nel 1985 si tenne il primo corso di computer realizzato a Suvereto, si ospitarono due commedie musicali in piazza Vittorio Veneto con una compagnia livornese, una gimkana automobilistica al parcheggio, la festa di Belvedere, la prima sfilata di moda a Suvereto e un premio “Arrigo VII” per due grandi personaggi locali: il prof. Curzio Massart e don Angelo Biondi.

GLI “SBANDIERATORI” – Nel 1992 fu realizzata una delle iniziative alle quali Luigi Giannecchini teneva di più e per la quale (come per il corteo storico e un primo progetto di serate medievali) era tanto che spingeva tutti verso la sua realizzazione: gli sbandieratori. Fu bandito il corso della “Compagnia S.Croce” e il 18 agosto, in pantaloncini corti e le bandiere di tela bianca “fatte in casa”, una dozzina di ragazzi esordirono in piazza, mentre a dicembre si inaugurò la 25a sagra con le divise e le nuove bandiere. Dopo qualche tempo la Compagnia sbandieratori fece associazione a se stante, pur partecipando sempre al Palio di S.Croce dal quale proviene la sua denominazione.

IL COMITATO VALORIZZAZIONE – Già prima di rifondare il Suvereto calcio, Luigino era consigliere del Comitato Festeggiamenti, presieduto da Tonino Guerrieri, che faceva le Feste di Maggio, con la corsa ciclistica, la fiera, i veglioni al Piccadilly dancing e i fuochi artificiali. Quando Adolfo Bellatalla negli ultimi anni ’60 propose di puntare ad una valorizzazione turistica ed economica di Suvereto sottolineandone le sue potenzialità, Luigi Giannecchini credette subito nella nuova strategia, insieme a non molti altri, partecipando al nuovo “Comitato per i festeggiamenti e la valorizzazione di Suvereto”. Ed ecco la nascita del corteo storico, del primo Palio di S.Croce durante la sagra, con Luigi Giannecchini responsabile della commissione cultura del Comitato. Anni dopo, in un momento di crisi finanziaria, non si trovava nessuno che volesse fare il presidente Giannecchini si prese la “rogna” e, con coraggio e senso dell’organizzazione, programmò una sagra fra le più innovative e riuscite, «con il bilancio che tornò in nero», come amava spesso ricordare con giusta soddisfazione.

CONSIGLIERE COMUNALE PER CINQUE LEGISLATURE

La sua più lunga militanza è stata quella da consigliere comunale, nel massimo consesso cittadino, dal 1970 al 1995. Militava nella Democrazia Cristiana e dai banchi dell’opposizione prediligeva sempre gli argomenti concreti di politica locale, pur non sfuggendo ai dibattiti serrati che allora si tenevano in consiglio anche su problemi di carattere generale. Lui ricercatore e amante di storia, cultore dei monumenti di cui è ricca Suvereto, non mancava di sottolineare lo stato di abbandono di queste antiche vestigia, tanto da essere tacciato, una volta in consiglio comunale, con l’accusa di «amante di sassi vecchi». Ma non poteva essere tacciato di una sorta di “fondamentalismo” in tal senso, perché Giannecchini criticava, anche aspramente, certe limitazioni opposte ritenute eccessive in fatto di salvaguardia urbanistica, quando si fece strada una politica più sensibile alla valorizzazione del centro storico.

Quando nel 1995, crollati i muri ideologici, lui si fece da parte dopo aver dato molto in 25 anni di mandato, ma incoraggiò il pur timido tentativo di nuove alleanze di maggioranza: «Dopo 50 anni di opposizione, dura ma propositiva – amava dire – vediamo se davvero possiamo dare anche noi il nostro contributo al progresso di Suvereto», che è sempre stato il suo primo intendimento e obiettivo, dimostrando il suo grande senso civico. Alla sua scomparsa molti suoi volumi e ricerche sono state donate dalla famiglia alla biblioteca comunale.

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